Visto che siamo stufi: le barzellette che non possiamo permetterci

In questi giorni sta imperversando la polemica sull'inserto del settimanale VISTO, “Le migliori barzellette sui gay”. In copertina, lo scambio di battute tra due ragazzi visibilmente effeminati : "Ti va di giocare a nascondino?" "Ok, se mi trovi mi puoi violentare... se non mi trovi sono nell'armadio!".

Ecco, sì. Adesso dovrebbe arrivare il momento delle grasse risatine, quelle con tanto di gomituccio al vicino.

Ah, non arrivano?

Cercando di astrarci dal dilemma“barzellette su questi sì, barzellette su questi no”, proviamo a fare il punto della situazione, visto che siamo stufi di prenderla sempre “alla leggera”: viviamo in un Paese dove quest'anno i casi di suicidio a causa del bullismo omofobico si contano almeno sulle dita di una mano. E sono già troppi. Non mancano neanche le aggressioni fisiche con motivazioni omofobiche, l'ultima a Bussolengo, Verona: un ragazzo di 19 anni, Andrea Morando, è stato insultato e preso letteralmente a calci in testa perché gay (Leggi di più).

Di nuovo a Verona, su proposta della Lega Nord, a luglio è stata approvata una mozione che vieterà alle associazioni di informare e sensibilizzare gli studenti riguardo all'omofobia; quindi il tuo diritto di studente o studentessa a un'informazione preparata sull'argomento e il dovere della scuola di garantire il tuo benessere sociale, spirituale e morale nonché la tua salute fisica e mentale (Convenzione di New York, 1989viene completamente disatteso. Senza contare il diritto degli studenti a un'educazione sessuale equa che permetta loro, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, di “capirci qualcosa” in materia di sessualità, affettività, malattie sessualmente trasmissibili e igiene personale nel rispetto di sé stessi e del partner, oltre i tabù e gli imbarazzi.

A inizio agosto, due ragazzine hanno postato un video su youtube dal titolo “Omofobe italiane”, il cui contenuto potremmo riassumerlo nella frase "sei gay e lo dimostri?Benzina e fuoco".

Qualche mese fa, il coming out di Ian Thorpe è stato salutato dal giornale italiano “Il tempo” con il titolo “Lo Squalo era un pesciolino rosa” e di seguito, “Lo Squalo alla fine ha «confessato»".

Questa la non-cultura che ci troviamo ad assorbire e che molti giornali continuano a propinarci sconsideratamente.

L'Italia, secondo un sondaggio condotto dall'Unione Europea su un campione di 93 mila persone LGBTI, è il Paese che discrimina di più sui temi dell'omofobia e della transfobia (Vedi approfondimento).

Siamo uno dei pochissimi Pesi europei in cui gli omosessuali sono invisibili agli occhi dello Stato: di fatto manca una legge nazionale che legiferi e tuteli le persone LGBTI e le famiglie omogenitoriali. Però attenzione,“Coppia ma non famiglia”. E certo. Grazie per la gentile concessione: adesso sappiamo di poter essere accettati anche noi nel meraviglioso e accogliente mondo delle coppie d'Italia.Cenette a San Valentino come se piovesse. Ma se si vuole parlare di patrimonio, di pensioni, di assistenza in ospedale, di acquisto di una casa, di affido di un figlio o tutela del benessere e della salute dei figli che insieme la coppia ha deciso di mettere al mondo/crescere, allora no, ehi. Allora adesso state esagerando.

La satira ci piace. Quella scorrect,ogni tanto, pure. Qui però mancano le basi per riderne insieme:queste barzellette non ce le possiamo permettere.

Una buona notizia

il 23 agosto, inseguito alla petizione lanciata da Gaiaitalia.com, il Direttore diVISTO, Roberto Alessi, ha chiesto pubblicamente scusa sulla terza pagina del settimanale che dirige (come richiesto dalla petizione https://www.change.org/p/roberto-alessi-direttore-di-visto-pubblichi-le-sue-scuse-sul-settimanale-in-terza-pagina). Esercitando il nostro spirito critico a favore di un altro genere di comunicazione, che si tratti di riviste, quotidiani, dibattiti politici o mass media, passo dopo passo ci conquisteremo una cultura più inclusiva, rispettosa e interessante.

Perché le cose cambiano.

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